RELAZIONE DI GIORGIO DE CERCE – PROFUGO DALMATA

PROVINCIA DI NOVARA  ASSESSORATO ALL’ISTRUZIONE – A.N.V.G.D. COMITATO PROVINCIALE DI NOVARA

GIORNATA DEL RICORDO – 10 febbraio ’20

INCONTRO CON GLI STUDENTI DELLE SCUOLE SUPERIORI PRIMA DELLA PROIEZIONE DI ROSSO ISTRIA:

ARONA . TEATRO S. CARLO – Via Don Giovanni Minzoni 17 – 6 febbraio h. 9

NOVARA. AUDITORIUM DELLA BANCA POPOLARE DI NOVARA –Via  Negroni -10 febbraio h. 9

BORGOMANERO. LICEO E ISTITUTO TECNICO – Via Aldo Moro 13 – 14 febbraio  h. 9

RELAZIONE DI GIORGIO DE CERCE – PROFUGO DALMATA

1 – CHI SONO. Mi chiamo Giorgio De Cerce e sono nato a Zara (ora Zadar, in Croazia) nel 1944. Mio padre Alberto, agente della Polizia Stradale di Zara, era il portaordini del Governatore della Dalmazia, Bastianini. Zara aveva subito importanti bombardamenti nel 1943 da parte dell’aviazione anglo – americana che l’avevano distrutta quasi completamente con oltre 4000 morti: è successo per Zara quello che è successo per Dresda in Germania e per questo viene chiamata “la Dresda dell’Adriatico”. Nonostante che con l’armistizio di Cassibile l’8 settembre 1943 sia stata proclamata la cessazione delle ostilità da parte del Governo Italiano nei confronti di tutti i suoi belligeranti, i partigiani jugoslavi sono entrati nelle città italiane in Istria, Fiume e di tutta la Dalmazia con l’intento di effettuare una pulizia etnica. Zara è stata abbandonata dalle autorità italiane il 30 ottobre 1944 e da quella data sono entrati i partigiani. Mio padre, avendo la coscienza tranquilla e mia madre incinta, è rimasto in città ma è stato internato in un campo di concentramento jugoslavo, forse sulle isole Incoronate e da lì non è più tornato. La città di Zara aveva 33.640 abitanti nel 1913 (sotto l’Austria) con l’ 83% di etnia italiana, ridotti a 21.372 nel 1938 e 9500 nel 1945. Sono stati fucilati, annegati, uccisi dai partigiani jugoslavi 900 persone, deportati 435, arruolati a forza nell’esercito jugoslavo 2000 persone. Rimasero soltanto 12 famiglie italiane. Mia madre chiese di rimanere italiana optando per la cittadinanza italiana. Poiché l’opzione doveva essere decisa dalle autorità jugoslave, le venne concessa solo nel 1947 (anno in cui siamo venuti in Italia) , facendosi nazionalizzare tutti i suoi beni. La provincia di Zara, la più piccola delle provincie italiane nel 1930, cessò praticamente di esistere il 10 febbraio 1947, quando  non rimase nessun funzionario italiano. Ricordo che a Novara c’è un altro testimone dei gravi fatti accaduti in quegli anni: il presidente ANVGD, Nini Sardi, è scampato alla strage di Vergarolla, vicino Pola, avvenuta il 18 agosto 1946 e costata la morte di 64 persone, molti dei morti erano bambini . Alcuni “combattenti” comunisti hanno fatto saltare degli ordigni bellici presenti sulla spiaggia, in prossimità del luogo dove  si stavano svolgendo gare di nuoto) . E’ stato un episodio di terrorismo simile a quello che si è verificato in occasione della maratona di New York.

2.- PERCHE’ SONO QUI. – Sono il segretario dell’A.N.V.G.D. (Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia – Comitato Provinciale di Novara. Dopo oltre 50 anni di oblio, il Presidente della Repubblica Italiana Carlo Azeglio Ciampi ha promulgato la legge n.92 del 30 marzo 2004 per conservare la memoria di quanto successo nei territori dei nostri ex confini orientali dopo la firma dell’armistizio di Cassibile. E’ stata scelta la date del 10 febbraio in quanto è l’anniversario del trattato di pace di Parigi (10 febbraio 1947) in cui venivano tolti all’Italia la maggior parte della Venezia Giulia, Fiume, Zara e tutti i territori occupati dall’Esercito Italiano durante la guerra a beneficio della Jugoslavia , oltre alle colonie (alla Gran Bretagna), Rodi ed il Dodecanneso (alla Grecia)e ad alcune rettifiche di confine a nostro sfavore in Piemonte a favore della Francia. I territori che abbiamo perso sono state le intere provincie di Zara (110,2 Kmq.), Fiume (1121 Kmq.) Pola (3.718,3 Kmq.) , 1.065 Kmq. Della provincia di Trieste (ne rimasero solo 213 Kmq. che formarono il territorio libero di Trieste sotto amministrazione anglo – americana fino al 5 ottobre 1954 in cui viene riassegnato all’Italia), Gorizia (2.515 Kmq. – ne rimasero solo 215 Kmq.). In totale sono passati alla Jugoslavia 5.737 Kmq. (i due terzi dell’attuale regione del Friuli Venezia Giulia)di terre che erano italiane dal 1920. Non si è parlato di questi fatti in passato per ragioni politiche: il maresciallo Tito, distaccandosi dall’Unione Sovietica nel 1948, è stato considerato dal blocco occidentale una testa di ponte inserita nel blocco sovietico e quindi è stato corteggiato dalle potenze occidentali, soprattutto dal governo italiano che è arrivato, con il presidente Pertini, a concedergli una onorificenza al merito.

PROFILO STORICO

3 – Situazione geopolitica attuale. Con lo smembramento della Jugoslavia avvenuta con l’accordo di Dayton (Stati Uniti) che il 21 novembre 1995 ha messo fine alla guerra fra Serbia e Croazia, l’Italia confina ad Est con la Slovenia e con la Croazia. I rapporti con questi due Stati, entrambi parte dell’Unione Europea (la Slovenia ha adottato l’Euro, la Croazia non ancora) sono molto migliorati rispetto al passano quando erano due Repubbliche parte della Repubblica Socialista Federativa di Jugoslavia. La Slovenia ha adottato il bilinguismo italiano – sloveno sulla costa dell’Istria mentre la Croazia ha istituzionalizzato nel proprio parlamento, il Sobor, un rappresentante della minoranza italiana. Con la pace di Osimo (10 novembre 1975) abbiamo rinunciato a qualsiasi rivendicazione territoriale relativa ai territori persi. Nel luglio 1998 si è creata una commissione mista italo croata per organizzare le attività di ricerca, individuazione ed esumazione dei caduti in Istria, Fiume e Dalmazia.

4 – epoca pre-romana. I nostri confini orientali erano popolati da Galli Carni in Venezia Giulia e tribù illiriche più ad Est: Istri in Istria, Giapidi nel Quarnaro e Liburni in Dalmazia a cui subentreranno i Dalmati.

5 – epoca romana. Parte della Lombardia, Trentino, Veneto ed Istria costituivano la X^ Regio Romana. L’occupazione delle provincie illiriche da parte di Roma è iniziata nel 168 a.C.  Nel 10 D.c. Salona, vicino Spalato, era la capitale della Dalmatia. Segni dell’epoca romana sono ancora oggi visibili in molte città della costa (l’Anfiteatro di Pola è uno dei monumenti romani meglio conservati al mondo, ma anche Zara, Traù, Fiume hanno vestigia romane. A Spalato giustamente famoso è il palazzo di Diocleziano che costituisce il centro storico della città. La migrazione di tribù slave è avvenuta nel 6^-7^ secolo d.C.

6 – epoca medioevale. Dal 9^ al 14^ secolo d.C. la Dalmazia è contesa tra Bisanzio (Impero Romano d’Oriente), croati, ungheresi e veneziani. Dal 1472 in avanti Venezia dominò tutta la sponda orientale del Mar Adriatico, Albania, Grecia, Cipro spingendosi fino alle coste della Crimea. La dominazione veneziana terminò nel 1797 con il Trattato di Campoformido) con cui Napoleone 1^ cedeva tutti i possedimenti veneziani all’Austria. Segni della dominazione veneziana (il Leone di San Marco) sono onnipresenti su tutta la costa orientale dell’Adriatico. Ragusa, fondata nel 615 dagli abitanti di Epidauro, fino al 1205 è stata una importante repubblica marinara , dal 1205 al 1538 che rivaleggiava con Genova, Venezia Pisa e Amalfi. Sottomessa da Venezia, ha vissuto una grande prosperità .

7 – periodo austro – ungarico. (1797-1918). L’Austria preferisce gli Slavi, ritenuti più fedeli alla Monarchia e costituiscono il 6% della popolazione dell’impero (contro il 2,3% di italiani). Parentesi napoleonica dal 1806 al 1813 e ritorno dei territori all’Austria.

8 – le guerre mondiali. Vedi date da ricordare.

       Territori italiani dal 1920 al 1945 – periodo fascista. Intolleranza da parte italiana (divieto di parlare la lingua slovena e croate, chiusura delle scuole  slovene e croate), intolleranza da parte fascista, ripagata poi dagli jugoslavi con migliaia di uccisioni di innocenti (OZNA, polizia segreta Jugoslava). 8 settembre 1943 – armistizio di Cassibile . Fine (teorica) della guerra. Continuano le violenze e le foibe. Occupazione nazista che vengono visti come liberatori, dopo le violenze. 1^ maggio 1945. Occupazione Jugoslava della Venezia Giulia che aveva tralasciato di liberare Zagabria e Lubiana per correre a Trieste (Tito, dittatore jugoslavo, dice che Trieste non sarà mai italiana). Deportazioni in Jugoslavia. 10 febbraio 1947. Trattato di Parigi. Abbiamo perso la guerra.

9 – il dopo guerra. Dal 1945 al 1953 – esodo di Istriani , giuliani e Dalmati dai confini orientali in Italia. Si mettono in moto 350 mila persone su un totale di residenti anteguerra di 500.000 individui. 5 ottobre 1954. Memorandum di Londra. Trieste viene assegnata all’Italia. Il Governo con l’accordo di Belgrado del 18 dicembre 1954 utilizzò il valore complessivo dei beni abbandonati dagli esuli (stimati all’epoca in circa 72 milioni di dollari) per compensare il debito esistente con la Jugoslavia per i danni di guerra sanciti dal Trattato di Pace (125 milioni di dollari).

 10 novembre  1975 – Trattato di Osimo – L’Italia rinuncia ai territori orientali. 26 luglio 1991. 4 maggio 1980. A Lubiana muore a 88 anni Josip Broz Tito, maresciallo e dittatore della Jugoslavia. 26 luglio 1991 – inizia la guerra civile in Croazia e Slovenia contro il governo della Repubblica Socialista di Jugoslavia. 21 novembre 1995 – Accordo di Dayton – Fine dlla guerra civile in Jugoslavia. Luglio 1998 -viene creata una commissione mista italo – croata per ritrovare ed identificare le vittime della dittatura di Tito.

10 – I rimasti.- Un censimento effettuato nel 2001-2002 segnalano l’esistenza di circa 22.000 persone che nelle attuali repubbliche di Slovenia e Croazia si dichiarano ancora di nazionalità italiana. Tale minoranza è strutturata in una cinquantina di sodalizi detti “Comunità Italiane”. Ci sono scuole italiane , soprattutto in Istria e Fiume con circa 4.000 allievi.

  1. Personaggi illustri nati nei confini orientali. Sono molti: ricordiamo fra gli altri DIOCLEZIANO (imperatore romano, nato a Salona), Marco POLO (esploratore veneziano, originario di Curzola), Nicolò TOMMASEO (letterato e patriota, di Sebenico), San GEROLAMO (traduttore della Bibbia, di Stradone, Nazario SAURO e Fabio FILZI (entrambi patrioti, di Capodistria e Pisino), Leo VALIANI (storico e politico, di Fiume), Giorgio ORSINI (architetto, di Zara), le donne gli uomini di spettacolo : Laura ANTONELLI , Alida VALLI e Sergio ENDRIGO (Pola), Giorgio GABER, Irma GRAMATICA ed Umberto SMAILA  (Fiume), Gianni GARKO ; gli sportivi: Mario ANDRETTI (pilota Formula 1, Montona d’Istria), Nino BENVENUTI (pugile, Isola d’Istria), Abdon PAMICH (marciatore, Fiume), Orlando SIROLA (tennista, Fiume), Armando STRAULINO (velista, Lussinpiccolo), Ezio LOIK (calciatore, Fiume) ed ancora Ottavio MISSONI e Mila Schon (stilisti, Ragusa e Zara), Uto UGHI (violinista, di Pirano), Enzo BETTIZA (giornalista, di Spalato)

IL FILM: RED LAND (ROSSO ISTRIA)

E’ la storia di Norma COSSETTO, figlia del Podestà di Visinada (Istria) studentessa universitaria a Padova che nel 1943, a 23 anni, viene violentata e seviziata dai partigiani di Tito e infine scaraventata ancora viva in una Foiba assieme ad altri italiani. La sorella di Norma, Licia, maestra elementare che viveva a Ghemme , maestra elementare deceduta nel 2013 a 90 anni. La storia è stata scritta da un cugino ottantenne e messa sullo schermo dal regista Maximiliano Hernando Bruno che ha interpretato nel film la parte di Giorgio Staniscia. Interpreti Selen Gandini (Norma Cossetto) e Franco Nero (prof. Ambrosin).

 

Chiudo ricordando che dal 15 febbraio al 1^ marzo presso le sale del Castello di Novara ci sarà una mostra di fotografie, cartoline e quant’altro può testimoniare il doloroso distacco degli esuli della Venezia Giulia e Dalmazia dalle proprie terre di origine.

Novara 10.02.2020

ESODO DEI PROFUGHI GIULIANO – DALMATI DAI TERRITORI ITALIANI PASSATI ALLA JUGOSLAVIA (PROVINCIE DI GORIZIA, TRIESTE, FIUME, POLA E ZARA).

 LE DATE DA NON DIMENTICARE

24 aprile 1915: – Patto di Londra fra il Regno d’Italia e Francia, Gran Bretagna e Russia. L’Italia entra nella 1^ guerra mondiale al fianco degli alleati. Le vengono promesse Trento, Trieste, Gorizia, tutta l’Istria con le Isole, la Dalmazia, Zara e Sebenico.

03 novembre 1918: – Armistizio di Villa Giusti fra l’Italia e l’Impero Austro Ungarico. Fine della 1^ guerra mondiale (1914-1918).

18 gennaio 1919 – Trattato di Versailles. Vengono riconosciute all’Italia Trento, Trieste, Gorizia, Pola e l’Istria e basta. La provincia di Pola aveva una superficie di 3.718,30 Km. Quadri e 294.492 abitanti (densità 80 abitanti per Km. quadro) nel 1938. Sarà italiana dal 1923 al 1947.

26 aprile 1919 – La città di Fiume, occupata dalle truppe alleate, chiede di far parte del Regno d’Italia. Gabriele DAnnunzio, con una colonna di volontari, occupa Fiume.

12 novembre 1920: – Trattato di Rapallo. Zara e la provincia (110,21 Km. Quadrati , 22 mila abitanti con una densità di 230 abitanti per Km. Quadrato viene assegnata all’Italia. Sarà italiana dal 1923 al 1944. Fiume diventa una città libera, ma D’Annunzio si oppone ed il governo fa sgombrare i volontari con la forza.

27 Gennaio 1924: – Patto di Roma e trattato di amicizia italo – jugoslavo. La città ed il porto di Fiume vengono assegnati all’Italia La provincia di Fiume era di 1.121 Km. Quadrati con una popolazione di 109.018 abitanti (1938) densità 109 ab. X Km. quadro. Sarà italiana dal 1924 al 1945.

25 marzo 1941: – Patto del Belvedere (Vienna). Il Regno dei Serbi, Croati e Sloveni entra a far parte dell’Asse Roma – Berlino Tokyo.

27 marzo 1941: colpo di stato antitedesco di re Pietro II^ . Trattato di amicizia del nuovo governo jugoslavo con l’URSS.

6 aprile 1941: – Attacco al Regno di Jugoslavia. Truppe tedesche, rumene, ungheresi e 2 corpi d’armata italiani (uno ha occupato Lubiana, l’altro la costa dalmata) attaccano il regno dei Serbi, Croati e Sloveni che cade in 12 giorni. 180 sindaci sloveni chiesero di far parte della provincia autonoma di Lubiana, parte dell’Impero d’Italia.

17 aprile 1941: – Armistizio tra il vice comandante dell’esercito Jugoslavo ed i tedeschi. Le truppe occupanti controllano solo le strade di grande comunicazione mentre gran parte dell’esercito jugoslavo fugge e si dà alla macchia con le proprie armi. Nascono i primi movimenti partigiani comunisti. In Croazia si crea un regno il cui re, Aimone di Savoia, non ha mai messo piede. Capo del governo Ante Pavelic’.

8 gennaio 1943: – Caduta del fascismo. L’armistizio che mette fine alla 2^ guerra mondiale in Italia (1939/46) viene firmato il 25 luglio 1943. I nostri territori orientali diventano terra di nessuno. Comincia l’esodo che ha portato in Italia dal 1944 al 1950 oltre 350 mila persone (su una popolazione di 500 mila residenti) dai nostri ex territori orientali.

8 settembre 1943: – Armistizio di Cassibile. L’Italia cessa le ostilità nei confronti degli Alleati.

29 novembre 1945: – Viene proclamata la  Repubblica Socialista Federativa di Juguslavia presieduta da Tito. Re Pietro II° di Jugoslavia fugge in idrovolante prima in Egitto e poi a Londra. Accordo fra gli anglo-americani ed il governo della RSFJ che Trieste (zona “A”) e l’enclave di Pola rimanga sotto il controllo anglo-americano mentre la zona “B” e tutti gli altri territori passano sotto il controllo dell’esercito Jugoslavo.

10 febbraio 1947: – Trattato di Parigi. L’Italia accetta rettifiche di confine con la Francia, la maggior parte della Venezia Giulia, l’Istria e Zara vanno alla Jugoslavia, Rodi ed il Dodecanneso alla Grecia. Trieste viene divisa definitivamente in due zole la “A” sotto il controllo americano e la “B” sotto il controllo jugoslavo.

5 ottobre 1954: – Memorandum di Londra per arrivare ad una sistemazione definitiva dei nostri confini orientali. Trieste viene assegnata all’Italia.

10 novembre 1975: – Pace di Osimo (AN). Sistemazione definitiva. L’Italia rinuncia definitivamente ad accampare qualsiasi diritto sui suoi territori ex italiani del fronte orientale, perdendo così 5.737 Km. Quadrati delle provincie di Gorizia (che viene divisa in due, Gorizia e Nova Goriza) Trieste, Pola, Fiume e Zara.

26 luglio 1991 – Inizia la guerra civile in Croazia e Slovenia contro il governo della Repubblica Socialista di Jugoslavia

21 novembre 1995: – Accordo di Dayton (Stati Uniti) che mette fine al conflitto fra Croazia e Serbia. Il nuovo soggetto politico, la Repubblica di Croazia, si mostra meglio disposto verso la minoranza italiana soprattutto in Istria (bilinguismo, sul litorale sloveno, partito di italiani rappresentato con un deputato all’Assemblea nazionale in Croazia).

Luglio 1998: – creazione di una commissione mista italo – croata per organizzare le attività di ricerca, individuazione ed esumazione degli italiani caduti in Istria, Fiume e Dalmazia. Prima attenzione alla Foiba di Castua a 10 Km. Da Fiume, a cui dovrebbe seguire la fossa di Lavernata, scoglio delle isole Incoronate di fronte a Zara.

Novara, 08 febbraio 2019

Giorgio De Cerce

Segretario dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia

Comitato Provinciale di Novara