Il Vescovo di Noto, campione di Ping Pong, gioca con i detenuti

Il Vescovo di Noto, campione di Ping Pong, gioca con i detenuti

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I detenuti, che hanno  molto gradito, non si sono lasciati sfuggire l’occasione per sfidare il Vescovo: lo sfidante del presule è stato un giovane che già due anni addietro lo aveva battuto. Sono stati tre set parecchio combattuti, che hanno visto il nostro Vescovo schiacciare numerose battute vincenti, ma la vittoria finale è stata dello sfidante.

Al termine della partita, Mons. Staglianò ha speso qualche minuto per dire che il tavolo da ping-pong ha voluto essere un dono e non un regalo: ha così spiegato la differenza tra dono e regalo. Diversamente dal regalo, che può anche essere freddo e anonimo, spedito senza coinvolgimento del donatore, il dono vive di un lungo processo, nel quale chi vuole donare anzitutto pensa al dono da fare, facendo un discernimento tra ciò che è utile e può servire e ciò che non lo è.

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Inoltre il dono deve essere personalmente consegnato, perché l’atto del donare si compia soprattutto nella gioia che si coglie nel volto di chi lo accoglie. Perciò la partita giocata dal Vescovo non era esterna al dono, ma “interiore” per la gioia collettiva che questo gesto ha infuso a tutti. Mons. Staglianò ha invitato tutti a pregare, anche i fedeli musulmani, spiegando che Dio ascolta le preghiere di tutti, sebbene in diversa lingua, cultura e religione: “Dio unisce gli esseri umani e non li divide”. Si è pregato con il Padre Nostro ma anche con l’Ave Maria, in considerazione della grande devozione che per la Madre di Cristo c’è anche nel Corano. Possa questo S. Natale darci l’occasione di vivere personalmente questi momenti di vita cristiana.

Da Avvenire del 23 Dicembre 2016